venerdì 9 maggio 2014

#Pensieriapuntate #IlLavoro


Come si fa a fare un lavoro che abbia a che fare con le proprie capacità?
Un lavoro inerente ai propri 'skills'?
Un lavoro che sia fonte di soddisfazione ma che non fagociti tutta la nostra vita, il nostro tempo?
Non voglio ritrovarmi schiava del mio lavoro. Talmente mi fa paura che credo ci sia una parte di me che un lavoro nn lo vuole trovare. Scusate, eliminate il ' credo'.
Ma cosa si intende esattamente per " lavoro"?
Cerco sul dizionario, il primo significato che da è questo:
"attività umana volta a una produzione o a un servizio"
( mmmh, mi fa sentire una macchina così..)
Il secondo significato invece:
" Occupazione specifica che prevede una retribuzione ed è fonte di sostentamento".
Tutte queste parole mi creano pesantezza.
Sostentamento, retribuzione, occupazione, servizio..
Ma le parole " piacere", " soddisfazione", " crescita"?
Sì, lo ammetto, a me il mondo del lavoro mi terrorizza. # ansiah #panico.
Io un lavoro ancora non ce l ho. O meglio, dal 1 giugno sarò senza lavoro.
Quindi ancora per un paio di settimane posso dire che sarò socialmente utile.
E dopo?
Troverò subito un altro lavoro? Un lavoro migliore? Mi dovrò accontentare o potrò essere ambiziosa?
Lo so, lo so che non posso aspettare che una risposta venga a me. Lo so, devo scegliere, posso scegliere. Io faccio la domanda, e io scelgo la risposta. #Marzullostyle.
Ieri sera ho origliato una conversazione tra una donna e una giovane ragazza. Adoro far finta di essere presa da altro, mentre tendo le orecchie e ascolto ciò che accade a pochi metri da me. Se ne potessi fare un mestiere, eccellerei.
La donna diceva alla giovane
" vedi, si è felici quando ciò che si fa per lavoro coincide con ciò che ci piace fare veramente. Cos è quella cosa a cui riesci a dedicare tempo ed energie senza stancarti,talmente ti piace?"
La ragazza si sistema pensierosa un ciuffo di capelli e alzando il sopracciglio dichiara:
 "non ne ho idea".
 Coincisa, sicura, senza puntini di sospensione. Non prova neanche a fare un elenco di quelle tre, quattro, dieci cose che ama e tra cui non saprebbe scegliere. Non fa neanche finta di pensarci un attimo. No. In questo momento della sua vita non ha passioni a cui ama dedicare tempo.
E' tremendo, penso io.
Poi mi faccio la stessa domanda.
Il cazzeggio, il cazzeggio è una cosa a cui riesco a dedicare tempo ed energie senza stancarmi.
 A me il cazzeggio piace.
A me piace il cazzeggio.
Quindi? Che lavoro faccio?
Avrei dovuto chiederlo alla signora..
Tornando seri. Non che prima non lo fossi ( a me il cazzeggio piace davvero) però..tornando più seri.. quando penso al mio futuro lavorativo mi sento compressa in una morsa che non accenna ad allentarsi.
A volte mi maledico e invidio chi ha seguito percorsi accademici lineari. Io no. Ho alle spalle un percorso frastagliato e selvaggio. Loro hanno davanti la route 66 americana, io, le scogliere di Dover a picco sul mare.
Mi sono laureata in una facoltà che non so ancora perché ho scelto - forse perché si studiava tutto e niente, quindi rispecchiava la mia confusione interna- dopo 6 mesi dalla laurea sono partita per ny, per studiare recitazione. Avevo finalmente deciso cosa volessi fare nella vita: l'attrisce ( si si, con la "s", non è un refuso).
Faccio 2 anni avanti indietro milano-ny, pur non potendomelo permettere. Imparo tantissime cose: come muoversi a ny, quant è figa ny, e come servire ai tavoli a ny.
L'attrice la facevo, si, nella mia camera in affitto nel Queens. Ero in un quartiere di soli Indiani..ho ancora i vestiti che odorano di curry.
Insomma, tornata a Milano inizio coi provini. Daje che te daje, prendo qualche parte in qualche spettacolo di qualche teatro off off off di qualche provincia milanese.
C era qualcosa che non andava. Ciò che mi ero prefissata nella mia stanza del queens era ben distante da tutto ciò. Io non avevo chiesto all'universo di fare "sei personaggi in cerca d'autore" in milanese nella parrocchia di Gorgonzola. Io volevo fare er cinema, essere una star, sbarcare al lido di Venezia, chonfare con George nella sua villa a Bellagio.
Pensai che l'unico modo per cambiare il corso degli eventi fosse diventare un'attrice ancora più brava. #ingenuitàpura
Quindi, mi riscrivo ad un nuovo semestre nella scuola di ny.
Racimolo qualche euro e qualche punto mille miglia, e ritorno nella Big Apple.

venerdì 25 gennaio 2013

Io ho un CANE.




Ho un cane. 
A forma di pecora. 
O è una pecora a forma di cane?


Si chiama Cocò, no, non Coco, e neanche Cocco.

C O C O’, ed è ovviamente una femmina. Coco’, da Cocò Chanel.  Chiaro, no?

Ha 11 anni, è una sciura di una certa età insomma, diciamo, ageè, anche se devo dire che i suoi anni li porta con classe. 
Tanto di cappello, e tanto di pelo, pure.


E’ da 11 anni, che io, mia madre, o mio fratello la portiamo fuori 3 volte al giorno.

30ggX3= 90 uscite al mese

90 usciteX12 mesi = 1.080 uscite in un anno

1.080 uscite in un anno X 11 anni = 11.880 uscite da quando è nata.



Ora, in matematica sono una vera capra – che è ancora peggio di pecora, anche se ci assomiglia – e poi farò controllare il conto a mio fratello, che è capra in altro ma in matematica è bravo. Io no, io sono riuscita a mantenere una media costante al liceo in matematica del 3-- Ci vuole impegno.


Torniamo a cocò.

Quindi, l’abbiamo portata fuori, in 11 anni, un totale di 11.880 volte!

11.880 X 2?

Perché almeno 2 volte per ogni volta che la portiamo fuori, qualche cervellone ci ferma, e la conversazione và più o meno così..

TIPOLOGIA I

-    
      Uomo italiano medio, guardando Cocò escalma  
- -  Ma che carinooo

-  -     E’ una femmina, non vedi che non ha niente che le pende tra le gambe? A quanto pare neanche tu.

-    -   Ah, mi scusi, è che dal muso sembra un maschietto

-    -    Anche tu dal muso sembri un pirla. E poi mi tolga una curiosità, ma com’ è il muso di un maschio? Guardi che i cani non sono come i bambini. Se vuole per facilitarle il compito le metto la cuffietta rosa.  Così poi sembra il lupo di cappuccetto che si traveste da nonna.


I più temerari,  proseguono..



-          “ ma che cos è, un cane o una pecora?” seri.


DIN DIN DIN LEI è IL CENTOMILIONESIMO!



Ma io dico, ma dove le pare che siamo, nella barbagia in Sardegna? Le sembra che io sia vestita da pastore, con il pellicciotto smanicato, e la damigiana di vino in mano? Ma non vede che siamo a MILANO, in viale argonne, su un prato grande come un fazzoletto, che più che un giardinetto sembrano ciuffi d’erbaccia spuntati qua e la tra l’asfalto. (Un po’ come la testa di mio padre dall’alto).


Rispondo, cercando malamente di controllare il nervosismo:



-       -   Prima di tutto mi congratulo con lei per la perspicacia, fa sicuramente parte dell' intellighenzia meneghina. Lei ha vinto un gregge di pecore ricoperte da gettoni d’oro. 
   Ma non sarà mica un veterinario? Ma lo sa che lei è proprio sagace, si vede che si allena con le parole crociate mentre è seduto sul water. Ma sì, certo, è una pecora! Allevo pecore sul mio balcone, qui su al terzo piano, e poi ne porto al pascolo una alla volta, qui, tra le macchine.”



-   -  Ah, ma guarda un po’. Eh già, guardo molti documentari. Ma allora vende anche il latte?”



-    -  E tu, la cacca che c hai in testa al posto della materia grigia, la vendi? Vendimi la droga che ti fai, ti prego.



TIPOLOGIA II


-      - Ma che carinoo

-      - Già

-       - Ma è un PECORINO?

-     .......
     
    - Un pecorino? Ma dove siamo, al supermercato? Mi dia due etti di pecorino.

Mi scusi ma lei dove ha studiato, alla fattoria del casaro? Ma un sussidiario lei non l' ha mai aperto? La pecora, alias pecorino, è un ovino. Ma secondo lei porto al guinzaglio un ovino io?
-    -  No, no il vino a me non piace, però se ha del formaggio …”


Fingo una svenimento per non proseguire la conversazione.



TIPOLOGIA III



-      -  Oh ma che bello..ma è un LAGOTTO?

-  
  Ok, va già meglio, già capisci che appartiene all’insieme dei cani, e non degli ovini. E’ già qualcosa. Mi accontento di poco. 

     - No signora, è un BEDLINGTON TERRIER.

-           - Ah, certo, un badminton

-          - No, non il gioco col volano, Signora. 
         E’ un B E D L I N G T O N.

-          Faccia attonita

-           - Signora, è un Terrier. E finiamola qui ”

-          - ah, l’avevo detto io!

-          -  ma no! Ma lei aveva detto che era un lagotto!


Derubo la vecchia e scappo. Se lo merita.

TIPOLOGIA IV:



-            - Che carinooo. Ma è di razza?

-             - No, Signore, è un B A S T A R D O. Come lei.






  




mercoledì 24 ottobre 2012

A Te..




A te,

la mia “ dolce” metà,
il mio compagno perfetto,
il mio punto di riferimento.
A te, che stringo la sera prima di addormentarmi, e ristringo la mattina appena mi sveglio, con ancora un occhio chiuso e uno aperto.
A te, il mio ultimo pensiero prima di addormentarmi, il primo appena mi sveglio. E anche durante la notte, schiudo gli occhi per darti una sbirciatina rassicurante. Sei lì, sei mio, e mi aspetti. Sempre.
A te, scrigno depositario della mia memoria, - immagini, voci,parole,pensieri-
partner fedele di una vita – si spera- oppure solo di mesi, anni. Ma i mesi e gli anni tra i più intensi.
Quando penso a te e fremo di passione.
Quando parlo di te alle amiche,  e il mio sguardo arde, le parole corrono veloci ed impetuose come un fiume in piena, mentre decanto tutte le tue qualità, infinite, i tuoi pregi, le tue attenzioni per me, come riesci a prenderti cura della mia vita, come la qualità delle mie giornate  sia  migliorata da quando ci sei tu, accanto a me.
Non hai paura di niente, sei coraggioso ed agile, veloce, sempre presente, sempre sull’attenti per esaudire ogni mio desiderio.
Anzi si, di una cosa hai paura, dell’acqua. Tu, così intelligente, temi i liquidi! Adoro queste tue debolezze, che ti rendono ancora più perfetto.
A te,
il mio genio della lampada,
il mio tappeto voltante,
il mio oggetto di culto.
A te, che ami le mele, smangiucchiate, e che mi preghi sempre di darne un morso, prima di porgertene una.
A te, che sei capace di farmi viaggiare pur rimanendo ferma  – mentre aspetto l’autobus, in fila alla posta, in macchina al semaforo –
A te,
che hai reso il mondo un posto migliore ( ..tranne che per la Cina..)
A te,
che sei la mia ossessione,
che non resisto più di dieci minuti senza guardarti,
anche solo per chiederti che ore sono.
Dopo la freddezza dei primi giorni, quando ancora non ci conoscevamo, e ci si scrutava furtivamente - tu adagiato sul letto, io nascosta dietro il pc-,  è subito scattata la complicità. Quella complicità così profonda che ringrazio il Cielo, Gesu, Budda, Iddio, l’America, la Cina per averti al mio fianco. Io penso,e tu fai. Io la mente e tu il braccio. E che braccio..
A te, crogiolo di culture,
globe trotter,
concepito negli States, nato nel continente asiatico, emigrato nel mondo,
per poi arrivare sino a me.
A te, che in cambio, chiedi solo di essere alimentato. Perché si sa, l’amore va nutrito, ogni giorno, come se fosse il primo, perché se no, si spegne!
A te, che voglio tutto per me, solo per me, con me, su di me.
You & Me..
Sì lo so, sono gelosa. Ma dai lo sai che sono siciliana…, sangue caliente, e poi io non voglio condividerti con nessuno. Quando ti vedo tra le braccia di un'altra-anche se è un’amica-  i brutti pensieri prendono il sopravvento e mi riecheggiano nella testa..
“ e se poi non torna piu da me? E se poi si abitua alla mia lontananza, e se poi gli succede qualcosa e non torna più come prima, e se poi si abitua ad un altro..tocco…  Non sei più tu, non ti riconosco più! Dimmelo! Dimmelo che c è un'altra! Dimmelo!”
A te, che sei un sogno diventato realtà.
A te, che mi dai tutto te stesso,
a te, che illumini la mia strada,
a te che mi hai insegnato ad esprimere i miei pensieri,
a comunicarli al mondo intero,
a te, che cambi tutti i giorni ma resti sempre lo stesso,
a te che sei,
semplicemente sei
sostanza dei giorni miei
sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
ed il mio amore grande
a te che hai preso la mia vita
e ne hai fatto molto di più.

Io , Rosita,
prendo te, I-PHONE,
come mio sposo,
e prometto,
di esserti  fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
se ti si spegne la batteria e mi abbandoni nel bel mezzo di una riuonione pallosissima,
nella salute e nella malattia,
se escono nuovi i-phone,
e prometto di amarti e onorarti
e comprarti nuove cover,
tutti i giorni della mia vita,
finchè l’acqua non ci separi!!

In nome del Padre
Del figlio,
e di Steve Jobs,
AMEN!

E ora…scambiatevi dei link di pace!

lunedì 17 settembre 2012

U.S.A. e getta !

Ho avuto la fortuna,
o la sfortuna – ancora non l’ho capito –
di fare il quarto anno del Liceo negli Stati Uniti.
Un programma di exchange student.
L’inglese, in Italia, lo insegnano dalle elementari. Non è però uno studio molto approfondito, l’unica cosa che ti fanno ripetere sono i colori. Perché finisce lì la competenza dell’insegnante – che molto probabilmente proviene da Catanzaro, e parla un inglese aspirato.
Che poi, i colori..  Se stai per morire, e hai bisogno di aiuto, urlare “ Yellowwwww” non so quanto possa essere efficace.
Io già mi vedevo a NYC, a SANFRANCISCO, a L.A: io, il mio double cheeseburger, e i grattacieli!
E invece no.
La realtà come al solito è un’altra:  io, il mio double cheesburger, e i campi di cotone.

 Dicendo che nei posti meno conosciuti gli studenti si concentrano meglio, l’Associazione mi spedisce in South Carolina, ridente Stato situato a nord della Florida: estremo sud degli stati uniti d’ America.
A mo’ di training autogeno mi ripeto: “ ma si, sono pur sempre gli Stati Uniti, li è tutto figo, no?!”
Mi sbagliavo.
Sono arrivata in SC che ero una piccola, aggraziata diciassettenne, magra, educata ed innocente,
sono tornata diciottenne, obesa, con le rughe, e -  dulcis in fundo -  drogata, di illegalità. Quando si dice che il proibizionismo funziona..
Ci sono delle key words che possono tratteggiare il karma di questo fascinoso Stato:
1.      Via col vento,
2.      Guerra di Secessione
3.      Nordisti Vs. sudisti
4.      Campi di cotone
5.      Schiavitù

Qualche pensierino prima di andarci mi sarebbe dovuto sorgere, no?
E infatti, la famiglia che mi ospitava era così composta:

Madre: nullafacente e borderline ( e delle americane di mezz’età borderline, c è da aver paura)
Padre: Poliziotto
Figlio maggiore: Vigile del fuoco e Poliziotto
Figlio minore: aspirante poliziotto

Mi sentivo sul set di un B-movie americano.

Per un’ italiana finire nel sud degli USA, è come per un’americana pensare di andare a Milano, e finire a Canicattì.  Vaglielo a spiegare che anche quella è Italia.
Per i primi 2 mesi sono stata M.U.T.A.  Le mie corde vocali si erano sclerotizzate, nel senso che stavano sclerando dalla noia. Rispondevo solo si o no, con la testa però.
E sorridevo sempre, sorridevo, sorridevo, così, per far vedere che ero disinvolta e sul pezzo..
Una volta mi hanno chiesto:
“ What do you want for dinner?”
Avendo percepito il tono interrogativo, ho prontamente risposto:
 “Yes, thank you” + solito ampio sorriso.

Sui loro volti vidi dipingersi la perplessità.
Ero confusa.
Dopo qualche ora che mi ripetevo il suono di quella maledetta domanda
“ Wò u won fo dinna?”
ho finalmente capito, ma ormai era troppo tardi. Il loro cibo chimico giaceva già nel mio esile intestino.

Oltre la lingua, il vero problema era il cibo, appunto.
Per incominciare, gli americani – o per lo meno, quegli americani -  non bevono acqua. Solo sodas: bibite gassate composte dal 70% di zucchero, 20% di coloranti, e 10% d’acqua.
Il caramello disseta di più, e il colesterolo, è uno di famiglia.
Per cena, quando vogliono trattarsi bene, ordinano un take away da KFC. Kentucky Fried Chicken. Il pollo OGM in confronto è biodinamico.
Un cesto – come quello dei pop corn – taglia XXXL,  riempito di pezzi di pollo, fritto.
Fritto, così fritto che la tempura è  una cottura al vapore.
E per colazione: sandwich con jelly  e - colui che mi ha reso un’adolescente obesa- il burro di noccioline. Peanut butter. LA DROGA.
Dovrebbe essere illegale, bandito. O per lo meno, acquistabile solo con prescrizione medica, alla stregua degli oppiacei. Hai disturbi dell’umore, carenza d'affetto? Burro di noccioline e passa tutto in un istante. E’ un dopante.
Basta spalmarne  un po’ sul pane -  o direttamente in bocca – e poi esci, vai in ufficio, in palestra, a letto con l’amante, a casa dal marito, senza bisogno di cibarti di nient altro.
Un cucchiaio de “ la droga” ha un apporto calorico pari ad un panetto di strutto.

Ma se il loro problema fosse solo il burro di noccioline, sarebbe una grande Nazione!
Invece, i miei occhi da candida diciasettene notarono sin da subito delle piccole grandi incoerenze..
A 16 anni puoi guidare un pick up, ma non puoi acquistare sigarette.
Che guidare senza fumare, è come accomodarsi sul water senza poter fare le parole crociate. Ingiusto.
A 18, da Wallmart, puoi comprarti un’arma. Ma non puoi berti una birra, né entrare in un locale in cui la servono, certo.Ingiustissimo.
A 21 anni, mentre inizi a bere alchool legalmente, puoi avere in tasca un’arma da fuoco già da 3 anni, legalmente.
Andare in giro armati sì, ma berti una budweiser con il 3% di alchool, NO.

Il padre dormiva con un fucile a pompa sotto al letto. Che se la sera prima mangiava troppo burro di noccioline ed era un po’ su di giri, finivo sepolta nel back yard accanto al primo cane della famiglia.
Se mio nonno avesse avuto a disposizione un fucile sotto al letto, la famiglia Maugeri sarebbe estinta da generazioni.
Poi certo che i ragazzini vanno nelle scuole e fanno le stragi, non capiscono più qual è la realtà e quale la finzione. Passano 20 h al giorno davanti alla tv e ai videogames, mangiando junk food e facendosi ingoiando i painkillers della madre.  
 Poi, la ragazza li lascia.
 Un ragazzino italiano cosa fa? Va al bar con gli amici, si fa una birretta e si fuma una sigaretta, così, per rilassarsi un po’.
Il ragazzo  americano, invece, va in camera del padre, piglia il fucile, e uccide tutti.
Era americano il ragazzo fan delle tartarughe ninja che si era calato nelle fogne, alla ricerca del topo parlante, Splinter.
 Il colesterolo, ha raggiunto il cervello.
Per fortuna che noi in Italia mangiamo pasta al pomodoro..
A proposito, qualcuno  può dire agli americani che gli spaghetti con le polpette “ Spagheddi with meatballs” qui  NON esistono?
Non è un piatto tipico italiano, è solo ciò che mangiano  “ Lilli e il Vagabondo”, che tra l’altro sono due cani..quindi..
Questa è la prova che abbiano qualche resistenza nel distinguere tra finzione e realtà.
Se si mettono a guardare Ken Shiro, scoppia la terza guerra mondiale.

Dopo 6 mesi, di sudisti ne avevo abbastanza, e ho chiesto il trasferimento. Questa volta ho scelto io. Destinazione: West Coast, S. Francisco!
Arte, buona musica e buon vino. Allora l’America è anche questo. Mi sentivo finalmente a casa.